Diario di un viaggio nel gusto

Questo blog è il diario di un'avventura che inizia, la mia avventura, condotta per sentieri che non mi sono del tutto nuovi ma che attraverso il loro andare mi condurranno ad esplorare nuovi lidi.... il verde è il colore che predominerà la mia strada, il suo profumo ne sarà l'aroma allietante e suadente... un percorso gastronomico, il mio, di vita, di credo... una scelta, uno stile, il mio ritmo... ricette che trarranno dalla terra il proprio profilo, che dell'erba avranno la gentilezza e la delicata essenza, il sapore avranno della semplicità e dei sensi saranno stimolo e soddisfazione.... Un viaggio nella cucina... con la creatività e la curiosità che sempre portano lontano...

umorale

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trasparenze autunnali

mercoledì 29 settembre 2010

CREMA DI FAGIOLI ALLA BOTTARGA

Appuntamento alle 20.30 a casa mia. Cinque amiche, le ragazze (quasi tutte) del mio "club mangereccio". In queste occasioni il cibo diventa il veicolo del nostro condividere il momento, raccontandoci la vita che scorre per ciascuna di noi su binari differenti. Incontrarci è già di per sè una festa!
L'idea del club ha origini lontane nel tempo ed è nata a Vienna, ad un tavolinetto perfettamente imbandito della pasticceria Sacher. Un luogo dalla suggestione unica per dare gli albori ad una tradizione tanto affettivamente sentita e durevole.
Francesca ed io, le fondatrici, sorseggiavamo con estremo gusto tazze fumanti di cioccolata calda, la mia era bianca, con le fragoline di bosco che vi galleggiavano, quasi a disegnarne la superficie in modo artistico, ma l'arte era nel sapore stesso di ogni sorso... Le fette di torta erano promesse materializzate di goduria. Non c'erano appelli possibili, troppo perfette, alte, a strati cremosi e poi croccanti in un insieme che soltanto a guardarne le forme ti lasciava di stucco.
Un appuntamento mensile (ora un poco più rado) intorno alla tavola per godere di buon cibo, di inebrianti calici di vino e per bearci della nostra conversazione, una parola, un pensiero dopo l'altro... tra donne alle prese con la vita.
Vi assicuro, è fantastico!
Tra le varie portate di questa cena a tema autunnale, ho servito una crema di fagioli dal sapore delicato ed acuto al contempo, la presenza della bottarga ne fa un piatto raffinato. Un'entree di effetto anche visivo, davvero molto buona.
La ricetta è ispirata dalla rivista "Sale&pepe" ma io ne ho modificato alcuni dettagli per personalizzarne il gusto.

Per realizzare sei bicchierini occorrono: 250 g di fagioli bianchi di Spagna lessati (vanno benissimo quelli in barattolo), un limone, della bottarga fresca grattugiata, olio evo, sale e pepe q.b., crakers fragranti (che io ho acquistato in un supermercato Naturasì, quindi biologici, al farro, piuttosto spessi e ricoperti di una granella di sale grosso che li rendeva da soli eccezionali!).
Occorre semplicemente frullare nel mixer i fagioli scolati con un bicchierino di acqua fredda e circa un cucchiaio di olio evo, fino ad ottenere una crema liscia e mediamente densa, quindi versare la crema stessa nei bicchierini scelti per il servizio. Spolverizzare poi la superficie con la bottarga grattugiata (in quantità giusta per soddisfare il gusto personale!), innaffiare il tutto con qualche goccia di limone ed insaporire leggermente con sale e pepe. Un giro di buon olio evo completa il piatto che dovrà essere guarnitoall'ultimo con fette di crakers.
Al posto dei crakers è possibile naturalmente utilizzare sfogliatelle home-made oppure sottilissime fette di pane (tipo baguette francese) passate per pochi minuti in forno caldo a circa 80°.
Buon appetito!

sabato 25 settembre 2010

TARTELLETTE CON PRUGNE ROSSE E PECORINO

L'autunno è arrivato con il suo carico di pioggia, tuonando nella notte ad una tale intensità da farmi trasalire! Eppure i suoi colori tenui mi sono cari, leggermente permeati del malinconico mutare del panorama, e mi sono cari soprattutto i suoi profumi, tanto intensi, terrosi, preludio del freddo che si appresta a diffondersi...
Ho ripreso a lavorare con intensità (tra scuola e cucina) e sono tornate le lunghe ore ai fornelli (e il poco tempo al pc, ahimè!). Ricette autunnali per una cena preparata per lavoro e poi riproposta tale e quale per le mie amiche del "club mangereccio" che ha riaperto i suoi battenti.
Tra le chiacchiere ed i racconti dell'estate appena trascorsa, tra novità e vecchie abitudine, abbiamo mangiato e bevuto di gran gusto... Sapori caldi, per inverso, ricchi di gusto e di emozioni...
Per dieci tartellette occorrono: 250 g di farina, 120 g di burro chiarificato, un pizzico di sale, prugne rosse e dolci, 150 g di pecorino saporito affettato finemente, miele millefiori un poco denso.

Impastate con le mani la farina con il burro freddo ed il sale, aggiungete poi acqua fredda q.b. e continuate a lavorare a lungo, fino ad ottenere una pasta morbida e compatta.
Con questa rivestite dieci stampini precedentemente passati con un leggero strato di olio.
Lavate poi le prugne ed affettatele in spicchi di circa tre millimetri di spessore quindi procedete con la farcitura della pasta, alternando sul fondo di ciascuna tartelletta strati di pecorino e prugne. Abbiate cura di porre qua e là tra gli uni e gli altri piccoli fiocchetti di miele.
Riscaldate il forno a 200° e per finire infornatevi le tartellette per circa trenta minuti. Lasciate stiepidire nel forno spento e servite ancora calde.
Il sapore dolce-salato di questo piatto vi stupirà!

mercoledì 15 settembre 2010

CAVOLO CAPPUCCIO STUFATO AL VINO BIANCO

Una cena familiare, con il calore dell'intimità, il profumo del nido, con la rassicurante sensazione di essere "a casa"!
Cibo semplice ma saporito, da gustare un boccone dopo l'altro, conversando lentamente e sosrseggiando un bicchiere di buon vino.
Questo contorno dal sapore marcato è ottima in accostamento ad un secondo piatte deciso, caratterizzato, difficile da sovrastere in intensità... un brasato, oppure un arrosto ammorbidito da una salsa corposa.
Cuocendoci dentro, richiede un vino dalla struttura asciutta, di buon gusto (un vino troppo leggero o "indistriale" ne altererebbe il sapore!).
Il mio papà (da cui credo proprio di aver ereditato la passione per la cucina!), preparava il cavolo in questo modo, facendolo cuocere molto lentamente, a pentola coperta e fiamma vivace. L'amarognolo appena accennato della rosolatura finale era la vera delizia, quasi un caramello in versione salata. La ricetta è la stessa, il sapore è lo stesso, il gusto è invariato... la gioia di mangiare il cavolo stufato "di famiglia" è invece assolutamente cresciuta....
Per sei/otto porzioni occorrono: 1 cavolo cappuccio, 2 scalogni, 2 bicchieri di buon vino bianco secco, olio evo, sale e pepe di mulinello.
Tagliare il cavolo cappuccio in striscioline piuttosto sottili e regolari, lavarlo, quindi far appassire nell'olio in una casseruola capiente gli scalogni affettati. Aggiungere il cavolo cappuccio, salare e pepare e far colorire per qualche minuto a fiamma viva (girando spesso).
Abbassare un poco il fuoco, aggimgere un bicchiere di vino e mezzo di acqua poi coprire bene con un coperchio.
Far stufare la verdura per circa un'ora, aggiungendo ogni tanto il vino che nel frattempo sarà evaporato e mescolando.
A cottura ultimata togliere il coperchio e alzare nuovamente il fuoco per un paio di minuti, avendo cura di girare continuamente.
Io ho servito il cavolo con del pane di farro salato. Un'ottima combinazione!

domenica 12 settembre 2010

TORTA DI AMARENE E MOUSSE AL CIOCCOLATO

Domenica mattina, ancora non del tutto rientrata nei frenetici ritmi del "quotidiano", con un senso di torpore diffuso e il desiderio di ritrovarsi a casa, nei propri gesti, tra gli oggetti di sempre, nella luce che meravigliosamente inoda la cucina al mattino...
Il lavoro è ripreso lentamente e soltanto domani tornerà al suo pieno ritmo con l'inizio ufficiale dell'anno scolastico. Questi giorni sono per me da numerosissimi anni fatti di attesa, di pensieri, di trepidazione. Il mio lavoro mi piace pazzamente, la presenza dei bambini con il loro candido, continuo stupore... fanno bene al cuore!
Insegnante e cuoca. Ho scelto di essere tutto questo molto tempo fa e scegliere di dedicare le energie esclusivamente ad una cosa o all'altra, bè, non mi è mai riuscito. Troppa passione in entrambi i casi, troppe emozioni belle, profonde, per rinunciare...
E' faticoso dedicarmi ad entrambe le attività ma è insieme un sogno vissuto. Stupendo!
Oggi, con l'impeto creativo nel cuore (!) mi sono dedicata alla cucina. Un pò per deliziare, un pò per riprendere contatto con i miei utensili (dopo il lungo periodo estivo trascorso prima in Venezuela e poi in Toscana). Avevo voglia di dolci.
Ho preparato pancakes con sciroppo di mirtilli per la colazione e questa torta che adoro per... ogni momento!
E' forse la torta che realizzo più frequentemente, persino nei menù delle mie serate di chef a domicilio, perchè è una vera assoluta bontà fatta di un sapore pieno che coniuga perfettamente il dolce delle amarene al gusto appena amarognolo della mousse al cioccolato fondente. L'involucro è una pasta frolla per nulla dolce.

Per la pasta occorrono: 300 g di farina autolievitante, 60 g di zucchero (io utilizzo il fruttosio), 130 g di burro chiarificato, 2 uova appena sbattute.
Mescolare la farina con lo zucchero ed incorporarvi il burro tagliato a pezzetti, lavorando a lungo con le dita, quindi aggiungere le uova ed impastare bene. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola da cucina e lasciarla riposare in frigorifero per una ventina di minuti.
Stendere poi la pasta e fodearci una teglia circolare (25 cm diametro) già imburrata, (occorre aver cura di forarla quà e là con una forchetta). Coprire con carta da forno e distribuire sopra i tipici fagioli secchi, o gli appositi pesi, per evitare che gonfi in cottura, quindi infornare a 180° pe 12 minuti. Togliere poi la carta ed i pesi e rinfornare per altri 15 minuti circa (non deve scurire). Lasciar raffreddare.
Per la mousse al cioccolato occorrono: 400 g di cioccolato fondente al 70%, a pezzetti, 125 g di burro a cubetti; 125 g di zucchero; 5 uova intere; 150 ml di panna liquida a temperatura ambiente.
Inoltre occorrono: marmellata di amarene e zucchero a velo.
Iniziare facendo sciogliere a bagnomaria il burro ed il cioccolato, mescolare, togliere dal fuoco e far raffreddare un poco.
Montare a parte i rossi delle uova con lo zucchero fino ad ottenere una crema ben gonfia.
Unire ora al composto di cioccolato la panna liquida ed amalgamare bene, quindi aggiungere le uova montate.
Montare infine a neve ferma le chiare ed amalgamarle con cura, dal basso verso l'alto, al composto ottenuto.
Sulla base di frolla già semicotta spalmare uno spesso strato di marmellata di amarene, quindi versare la mousse al cioccolato e livellare.
Infornare la torta, sempre a 180°, per circa venti minuti (occorre regolarsi un poco ad occhio, la superficie del dolce deve essere cotta ma all'interno deve risultare ancora semi crudo e sporcare lo stecchino di verifica).
Togliere dal forno, far raffreddare (in questo modo la mousse all'interno si rassoderà un poco) e servire tiepida o fredda spolverata di zucchero a velo.
Questa torta oggi è stata una coccola impareggiabile!
...E da domani si torna pienamente al lavoro...!

sabato 4 settembre 2010

CREMA BIANCA AL MIELE CON FICHI E CRUMBLE DI MANDORLE

L'estate scivola via lasciandomi un lieve tocco di malinconia, la calma che si avvia a tornare fermento, il sole che lascia il posto al friccicore dei cieli autunnali.
Soprattutto lascio Carrara e la Toscana per tornare a Roma. La quiete e la bellezza dolce, gentile di questi luoghi mi sono nel cuore come le baie incantate di cui il mare fa mostra in silenzio, come le montagne a tratti verdi di rigogliose fioriture e poi bianche di marmo, come i paesini arroccati tra le rocce e i costoni della riviera...
Mi sono nel cuore il mio fruttivendolo, il macellaio persino, la ragazza della pasticceria che sforna le paste più buone del mondo... sfoglie ripiene di mele, di riso, burrose e caramellate. Sono nel cuore i "loro" prodotti, davvero "loro", dell'orto di casa, i fichi dell'albero, i mirtilli e le more del boschetto, i pomodori, l'uva succosa... il lardo fatto nelle conche di marmo, con le spezie spontanee di questa ricca terra.
Ho nel cuore ogni piazzetta, viva nel suo tranquillo aspetto di signora di provincia, mite, curata e riservata. Amo tutto di qui...
Amo la voce sonora del mare e il frinire dei grilli, i tramonti infuocati che accendono il profilo della cittadina e le luci dell'alba che accendono fiocamente le cime dei monti marmorei, così vivini che sembra di poterli sfiorare allungando una mano...
Questo dolce è un arrivederci a questi luoghi, una chiusura delizievole che già sembra protendersi verso la nuova stagione per la presenza dei fichi.
E' un dolce delicato, dal sapore leggero che arriva in punta di piedi per poi fermarsi e lasciarsi gustare.
E' una fotografia, l'ennesima, di questi luoghi tanto amati.
CREMA BIANCA AL MIELE CON FICHI E CRUMBLE DI MANDORLE
Occorrono (per quattro porzioni): 6 fichi maturi, 80 g di mandorle spellate, 50 g di burro, 20 g di farina, 60 g ricotta di pecora, 60 g yogurt bianco intero, 100 ml latte parzialmente scremato, 50 g fruttosio, 2 cucchiai abbondanti di semola di grano (semolino), 2 cucchiaini di miele, 2 fogli di gelatina, un pizzico di sale.
Per iniziare unite in una ciotola la farina, il fruttosio, le mandorle tritate a farina (nel mixer) e il burro a dadini, quindi impastate con le dita fino ad ottenere un composto omogeneo che dovrete stendere in una piccola teglia foderata di carta da forno e lasciar riposare per circa trenta minuti a temperatura ambiente. Nel frattempo, scaldate il forno a 160°.
Mettete i fogli di gelatina in ammollo in acqua fredda, poi versate in un pentolino il latte con il semolino ed un pizzico di sale. Fate cuocere fino a bollore, mescolando continuamente. Quando la semola raccoglie il liquido spengete, aggiungete il miele, amalgamate bene e tenete da parte.
In un'altra ciotola amalgamate intanto la ricotta con lo yogurt, quindi scolate la gelatina e fatela sciogliere brevemente sul fornello, a fiamma bassissima, con un goccio piccolissimo di acqua. Versate la gelatina nella crema di ricotta e mescolate, infine aggiungete il composto di semolino. Tutti gli ingredienti devono amalgamarsi fino ad ottenere una crema liscia e soda.
Infornate nel frattempo, per circa dieci minuti, il composto a base di mandorle, quindi fatelo raffreddare e sbriciolatelo con le mani.
Completate componendo le coppette. Lavate i fichi, sbucciateli e tagliateli a rondele. Ponetene alcune sul fondo delle coppette, versateci sopra la crema quindi ponete in frigo per almeno un'ora prima di servire.
Per portare in tavola, cospargete con il crumble e completate decorando con altre fette di fico.
Questo dolce è ottimo a conclusione di una cena leggera e salutare ma è anche buonissimo a merenda, magari in terrazza, godendo di queste ultime giornate d'estate... Io l'ho accompagnato con del caffè freddo ma un buon vino dolce ci starebbe benissimo.
E' importante che i fichi siano molto dolci e ben maturi poichè la delicatezza di queste coppette si esalta proprio con le note succose di questi frutti.
Con questa ricetta partecipo al gustoso contest del blog: http://laginestraeilmare.blogspot.com

E per finire spendo volentieri alcune parole per il primo blog candy di Imma di "dolci a go go" che immagino tutti conosciate. Io penso sinceramente che il suo blog sia un dono, ogni sua ricetta un vero regalo, un'esperienza dei sensi tutti perchè lei riesce a mettere in tutto ciò che fa la sua naturale dolcezza, la positività del suo viso, la simpatia del suo parlare, la familiarità del suo vivere e la sua incredibile bravura.
Imma è stata uno degli "incontri" di cui sono felice da quando il mio blog accompagna le mie giornate.
Insomma, grazie di cuore Imma...
Passate a trovarla, resterete incantati: http://dolciagogo.blogspot.com/

giovedì 2 settembre 2010

INSALATA FREDDA DI FARRO AL PROFUMO DI ORIGANO

Un'altra portata del mio menù per il pick-nick della scorsa domenica. Nel frattempo di luoghi, di panorami incantevoli (ed incantati!) ne ho visti e vissuti diversi, luoghi di mare della vicinissima Liguria in cui il tempo sembra fermarsi per sortilegio e tutto assume le sembianze sognanti di una favola... ma questa è un'altra storia da raccontare....!
Questo piatto freschissimo nasce dal desiderio di regalare un profumo che caratterizzasse la mia "non solita" insalata di riso. Così ho usato l'origano che di odore di prato e campagna ne ha davvero molto (e che qui cresce spontaneo sui monti) e l'ho abbinato a verdurine sottili ben insaporite da una cottura vivace, a freschi pomodorini (che in queste zone sono eccellenti pomi dolcissimi) e alla mozzarella, per avere giochi di consistenze (e nutrimento) completi. Anzichè il riso ho utilizzato il farro perlato, ottimo a mio avviso poichè freddo mantiene perfettamente la cottura come nessun altro cereale.

Le dosi sono un pò ad occhio, l'uno o l'altro ingrediente vanno utilizzati in proporzione idonea a soddisfare il proprio gusto personale.
Per circa quattro porzioni occorrono: 8 pugni pieni di farro perlato, un peperone giallo, una melanzana lunga, quattro piccole zucchine romanesche (quelle ben sode, dal colore più chiaro), uno scalogno, due pomodori dolci e rossi, una mozzarella freschissima (io ho usato tre treccine), abbondante origano fresco (o secco), sale ed olio avo di ottima qualità.
Lavare il peperone, la melanzana e le zucchine e tagliarle piuttosto finemente (io sbuccio al coltello il peperone per renderlo più digeribile ed utilizzo della melanzana unicamente la parte della polpa in prossimità della buccia che trovo molto più saporita). Fate quindi imbiondire in un'ampia padella con olio evo lo scalogno affettato e cuocetevi poi a fiamma viva le verdure, cercando di farle "saltare" nella pentola con un opportuno movimento del polso piuttosto che girandole con una paletta (questa modalità impedisce agli ortaggi di sfaldarsi e ne mantiene invece la croccantezza. Naturalmente le stesse verdure possono essere mescolate durante la cottura servendosi di un cucchiaio di legno e facendo attenzione). Salate e, soltanto alla fine, aggiungete un'abbondante presa di origano. Fate raffreddare.
Cuocete ora il farro in acqua bollente salata, quindi scolatelo e passatelo rapidamente sotto il getto dell'acqua corrente fredda.
Tagliate i pomodori e la mozzarella in dadini abbastanza piccoli, quindi procedete alla composizione del piatto.
In un'ampia ciotola versate il farro cotto, le verdure, i pomodori e la mozzarella. Aggiustate di sale, irrorate con dell'olio ove e spolverate con altro origano. Mescolate il tutto.
Io ho posto la mia insalata in un contenitore a cerniera da asporto decorativo, il piatto deve essere servito a temperatura ambiente.