Diario di un viaggio nel gusto

Questo blog è il diario di un'avventura che inizia, la mia avventura, condotta per sentieri che non mi sono del tutto nuovi ma che attraverso il loro andare mi condurranno ad esplorare nuovi lidi.... il verde è il colore che predominerà la mia strada, il suo profumo ne sarà l'aroma allietante e suadente... un percorso gastronomico, il mio, di vita, di credo... una scelta, uno stile, il mio ritmo... ricette che trarranno dalla terra il proprio profilo, che dell'erba avranno la gentilezza e la delicata essenza, il sapore avranno della semplicità e dei sensi saranno stimolo e soddisfazione.... Un viaggio nella cucina... con la creatività e la curiosità che sempre portano lontano...

umorale

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trasparenze autunnali

domenica 31 gennaio 2010

FROLLINI RICOTTA E CIOCCOLATO & CIOCCOLATA CALDA SPEZIATA

Il brunch domenicale, chiacchiere e convivialità, allegria, musica di sottofondo, brevi spiragli di sole affacciato oltre la spessa coltre del cielo romano, invernale e cupo, pregno di pioggia... Il volo radente dei gabbiani, le loro grida, l'asfalto lucido, odoroso e in casa il dolce profumo della mattina, dei biscotti messi a cuocere nel forno. L'attesa di sedersi a tavola, di condividere "un momento", in famiglia, nella semplicità della vita che scorre, piano piano...
Questi frollini deliziosi trovano il loro gusto nella comunione degli ingredienti che ne compongono il ripieno, davvero ricco di essenze delicate, appena speziate, dalle note morbide. La particolarità del semolino ne rende inoltre la consistenza davvero unica. Molto, molto buona.

La cioccolata calda è una vera "goduria" e completa perfettamente il sapore dei frollini dando vita ad un'armonia incredibile di essenze, profumi e bontà!

Per i frollini occorrono: per la frolla 250 g di farina, 125 g di burro morbido, 100 g di zucchero, 1 uovo, mezza bustina di vanillina, sale. Per il ripieno 150 g di ricotta fresca, 150 g di semolino, 100 g di zucchero vanigliato, 1 uovo, 100 g di gocce di cioccolato, sale, cannella in polvere. Per rifinire zucchero a velo e cannella in polvere.
Dopo aver setacciato la farina sul piano di lavoro, formate la fontana al centro ed inseritevi tutti gli ingredienti per la pasta frolla. Amalgamate il tutto e lavorate velocemente. Formate una grande palla e rivestitela con della pellicola, quindi ponetela in frigorifero a riposare per circa un'oretta.
Nel frattempo preparate il ripieno mescolando in una terrina la ricotta, il semolino, lo zucchero, l'uovo, le gocce di cioccolato, un pizzico di cannella ed il sale. Mescolate bene per ottenere un impasto morbido ed omogeneo.
Togliete la frolla dal frigo, ricavatene una ventina di palline e, servendovi di un sac-à-poche, riempitele con la farcia (fate ben attenzione a richiudere poi le palline). Schiacciatele un poco a formare i classici biscotti a disco, quindi infornate su teglia coperta di carta forno a 180° per circa 18 minuti.
Una volta sfornati, lasciateli raffreddare un poco e spolverizzateli con zucchero a velo e cannella.

Per la cioccolata calda occorrono (per 2 persone): 40 ml di latte, mezza stecca di vaniglia tagliata a metà per il lungo, mezzo bastoncino di cannella, 1 peperoncino piccante tagliato a metà e privato dei semi, 100 g di cioccolato fondente al 70% di cacao, zucchero di canna a piacere, panna montata, riccioli di cioccolato e cognac per servire.
In una casseruola portare il latte quasi a bollore, insieme alla vaniglia, alla cannella ed al peperoncino. Grattugiate nel frattempo il cioccolato ed inseritelo quindi nel latte, mescolando fin quando non sarà del tutto sciolto. Aggiungere zucchero a piacere e togliere dal fuoco in infusione per circa dieci minuti. Infine, togliete le spezie, rimettete sul fuoco e lasciate scaldare dolcemente. servite nelle tazze guarnendo con panna montata, riccioli di cioccolato e, volendo, un goccio di cognac.




martedì 26 gennaio 2010

SFORMATINI VEGETARIANI

Roma in questi giorni è bagnata da una pioggia insistente e monotona , così al mattino il chiarore tarda a diffondersi, costretto più che mai a farsi largo dietro le nuvole spesse e compatte. Il mercato della frutta sembra un posto alieno, semideserto, con i banchi coperti da teli lucidi, trasparenti e le casse con la verdura ammonticchiate sotto alle strette tettoie. I pochi passanti si stringono nei cappotti di lana e si affacciano da sotto agli ombrelli per sbirciare tra i pochi colori rimasti, spesso fonte di ispirazione per la scelta delle mercanzie da acquistare. Non ci sono odori, questo è insolito, perchè tutto è appiattito ed uguale, sovrastato dall'unicità dell'asfalto che bagnandosi riempie l'aria del suo odore acre. E' uno scenario scuro, nel quale sperare di "trovare" l'ispirazione culinaria diviene assai improbabile.... E tuttavia ecco che, aggirandomi tra gli stretti vialetti infangati che formano il reticolo delle bancarelle, colgo semplicemente quella nota di verde, il mio colore preferito, e accanto un rosso amaranto, piuttosto chiaro: zucchine e patate dolci. L'idea nasce così, in un attimo, con un volo istantaneo dell'immaginazione che percorre rapidissimo la mia cucina, entra nel frigorifero, ricorda gli ingredienti che già contiene, da forma al sapore che ho in mente e il piatto prende una sua identità, un aspetto reale... un nome e si arricchisce di un procedimento, quasi da solo... Ora sono zucchine e patate, più tardi saranno... "sformatini vegetariani". Buoni da non crederlo!!... Sembra persino che sia uscito uno spiraglio di sole, là, oltre le nuvole!
Per tre sformatini occorrono: due zucchine piuttosto grandi, circa 350 g; una patata dolce (americana); 1 uovo intero; 60 g di affettato di tofu (tipo olandese), ma naturalmente potete sostituirlo con un altro fornaggio, tipo edamer o emmental; 1 spicchio di aglio intero; un cucchiaino di salsa di curry (o curry in polvere); del timo secco; della cannellain polvere; della noce moscata in polvere; della paprica; burro per gli stampini e 2 wasa integrali (o altri crackers, sempre integrali); olio evo.

Per iniziare saltate le zucchine, già tagliate a pezzetti piccini, in una padella con olio e aglio, salate e, a cottura ultimata, togliete l'aglio e frullate. Nel frattempo lessate in acqua salata le patate, sbucciate e tagliate a tocchetti, quindi scolatele e schiacciatele con una forchetta. Unite ora le zucchine alle patate ed aggiungete l'uovo, il formaggio a pezzetti, la salsa di curry, il timo e tutte le altre spezie. Amalgamate bene gli ingradienti.
A questo punto frullate i wasa riducendoli in una sorta di pane grattugiato, imburrate gli stampini monoporzione usa e getta e cospargeteli della farina di crackers. Aggiungete i wasa frullati avanzati al composto di verdure. Completate con qualche fiocchetto di burro (che io ho precedentemente chiarificato). Riempite gli stampini fino all'orlo. Poneteli in forno preriscaldato a 180° per circa venti minuti. Sfornateli, rovesciateli sui piatti da portata e guarniteli con alcune foglie dell'insalata che utilizzerete come contorno (io ho preparato un'insalata di cuori di lattuga romana con semi di zucca, uvetta passa e gomasio).
Serviteli ancora caldi.

...Ed ora un ringraziamento speciale a Manuela del blog "La via delle spezie" per il premio che mi ha dato, di cui le sono grata e per il quale sono davvero felice: il mio primo premio che si intitola: "Nenhum olhar è mais puro do que una criança" e che è opera del forum: http://li-katuki.blogspot.com/
Per regolamento questo premio deve essere passato ad altri dieci amici che dovranno a loro volta seguire queste semplici indicazioni per poterlo ritirare.

1. postare la frase: "Nenhum olhar è mais puro do que una criança"

2. postare il premio

3. fare riferimento al forum "Arte da Lì": http://li-katuki.blogspot.com/

4. lasciare un commento rivolto a chi ha lasciato il premio

5. passare il premio a dieci amici ed avvisarli

Anche se di amici ne ho davvero molti a cui gradirei passare questo premio ho pensato di regalarlo ai primi dieci che hanno deciso di seguire il mio blog, per la gioia che mi hanno dato e perchè grazie a loro ho iniziato a sentirmi davvero parte di questo "fantastico mondo" di condivisione e passione!!

1. ricette facili di Tiziana
2. dolce e salato di Laura
3. dolci a go go di Imma
4. la cucina di q.b. di Anna Maria
5. pane e miele di Oxana
6. dolcemente gustoso di Patrizia
7. zucchero e vaniglia di Fausta
8. la cucina di Sergio di Sergio
9. spadellando quà e là di Laura
10. l'accademia di Elisa di Elisa

sabato 23 gennaio 2010

TARTE AUX CHOCOLAT

Questa ricettina, veloce e semplice, porta con se immagini ricche di poesia... un paesino battuto dal vento impetuoso del nord, dolci note di cioccolato, una insegna cigolante, in ferro battuto, scarpe rosse, sguardi di disapprovazione, musica gitana... Vianne e la sua Anouchka... e poi sorrisi e gioia e festa... danze e profumi... zuccherosa delizia e, finalmente, radici!
E' come un inno alla dolcezza che dona magia al tempo concedendogli di "durare a lungo", rallentarsi per poter essere a sua volta assaporato, goduto, vissuto pienamente...
Questa torta di cioccolato è appagante e ricca di gusto, ideale per il pomeriggio di un fine settimana invernale in compagnia delle persone cui si vuole bene.

La ricetta è tratta dal libro di Joanne Harris (l'autrice di "Chocolat"), un poco modificata. Ha una consistenza morbida e vellutata e presenta un gioco cromatico che la rende marmorizzata, di grande effetto.
Per circa sei porzioni occorrono: 200 g di frollini con gocce di cioccolato (io li ho fatti da me preparando una pasta frolla arricchita di pezzetti di cioccolato fondente); cannella in polvere; 100 g di burro chiarificato fuso (ma anche se non lo chiarificate va bene!); 100 g di cioccolato fondente; un goccino del liquore dolce che preferite (io ho utilizzato della malvasia); 100 g di cioccolato bianco; mezzo cucchiaino di essenza di vaniglia; 450 ml di panna liquida (più un piccolo goccio); 75 g di zucchero fino; due fogli di gelatina.

Per iniziare riunite in una ciotola i biscotti sbriciolati con il burro fuso e la cannella, mescolate bene e versate il composto in uno stampo tondo a cerniera che porrete in frigorifero a rassodare dopo averne ben livellato il contenuto con il dorso di un cucchiaio.

Nel frattempo fondete a bagnomaria il cioccolato fondente ed unitevi un cucchiaio di liquore. A parte grattugiate il cioccolato bianco (io per comodità ho utilizzato il mio piccolo robot da cucina!) ed unitevi l'essenza di vaniglia. A questo punto sbattete metà della panna con lo zucchero e, quando questo sarà ben sciolto, amalgamatevi la restante panna. Il composto così ottenuto non deve essere montato ma soltanto risultare un poco gonfio.

Dividete ora la panna zuccherata in due ciotole uguali e versate in una la cioccolata fondente fusa e nell'altra il cioccolato bianco grattugiato. Mescolate bene entrambi.

Ammorbidite in acqua fredda i fogli di gelatina, quindi strizzateli e fateli sciogliere per pochi secondi su fiamma bassa insieme ad un goccio di panna (o di latte). Unite metà della gelatina al composto fondente e metà a quello bianco. Fate raffreddare un poco.

Quando la base della torta sarà ben rassodata, aiutandovi con un cucchiaio, versatevi in modo alternato i due cioccolati, uno sull'altro, partendo dal centro della torta. Quando avrete completato questa operazione, con una forchetta, girate piano piano la farcia, facendo in modo che si disegnino delle venature a spirale marroni e bianche. L'effetto finale deve essere quello del marmo.

Prima di servire, ponete la torta in frigorifero per almeno tre ore ed infine decoratela a vostro piacimento (io ho usato dei ricci di cioccolato bianco e scuro).

martedì 19 gennaio 2010

RISO CON VERDURE E ZAFFERANO

Ricetta semplice ma gustosa, leggera, delicata, vivace nel colore, appena aromatizzata dalla presenza dello zafferano. Da provare indifferentemente nelle ricorrenze speciali ma anche in un'occasione che non sia imporatnte, per il semplice gusto dell'assecondare il proprio godimento anche così, in una giornata qualunque...



Per quattro porzioni occorrono: 280 g di riso carnaroli; 80 g di burro; 1 cipolla; 50 g di parmigiano regiano grattugiato; 1 lt di brodo vegetale; verdure miste a cubettini (zucchine, carote, melanzane, zucca, asparagi...); pisellini sgusciati (o surgelati); 2 bustine di zafferano; sale; olio extra vergine di oliva; erbe gentili (basilico, prezzemolo, coriandolo...); scagliette di parmigiano per decorare.

Iniziate saltando separatamente, in una padella antiaderente, con poco olio, tutte le verdure già tagliate ed i pisellini. Fate appassire quindi in una casseruola la cipolla affettata nel burro, a fuoco piuttosto lento, quindi aggiungete il riso e, alzando la fiamma per qualche minuto, fatelo "brillare" (questa operazione consente al riso di rivestirsi di una leggera crosticina). Girate spesso.

Sciogniete nel frattempo lo zafferano in poco brodo caldo, quindi bagnate il riso con una parte del rimanente brodo, già bollente, ed un poco del brodo allo zafferano, mescolate e fate cuocere a fiamma media.

Tritate finemente le erbe gentili già lavavate ed asciugate e ponetele in bicchierino con dell'olio evo. Curatevi di lasciare alcune foglie intere, che terrete da parte.

Quando il riso sembra essersi asciugato, unitevi il rimanente brodo con lo zafferano e tutte le verdure saltate; se occorre, aggiustate di sale, quindi portate a cottura aggiungendo di volta in volta poco del restante brodo.

Quando il riso risulta al dente, toglietelo dal fuoco, aggiungetevi le erbette gentili con il loro olio e mantecatelo con il burro ed il parmigiano grattugiato.

Prima di servirlo, fate riposare per qualche minuto il riso coperto, quindi impiattatelo e decoratelo con le scaglie di formagio e le erbette gentili in foglia.

venerdì 15 gennaio 2010

TORTA DI ROSTI' DI PATATE CON ASPARAGI E PECORINO SARDO

La cucina creativa è in assoluto il genere che preferisco, quella che scelgo nelle occasioni speciali e quello che propongo quando qualcuno mi chiama a cucinare per i suoi ospiti. Adoro le torte salate, gli sformati, le terrine, tutto ciò che è "in forma" perchè i cinque sensi credo debbano essere coinvolti interamente nell'esperienza dell'assaggio culinario. Il gusto è soltanto l'ultimo (in ordine temporale) ad essere coinvolto e rappresenta l'esaltazione finale, il completamento di quel viaggio che non è chiamato nutrimento ma "piacere".

I cibi "in forma" colpiscono in primis la vista, sono compendio scenografico e ragalano e regano l'escusività della premessa che subito diviene aspettativa, attesa dell'appagamento dato dal sapore. Subito dopo arrivano le percezioni olfattive, il primo assaggio di "quel che sarà" e le sensazioni che si affinano recependo dell'intuizione la traccia reale. E intanto, l'idea prende forma.
Quando delicatamente,i commensali già riuniti intorno alla tavola, il coltello affonda, tagliando la prima fetta, l'udito si colma della scrocchierellare o della morbidezza burrosa, allora la mano sfiora una briciola, afferra la forchetta e nella gestualità che segue è racciuso il tutto del cammino esperenziale percorso, le papille gustative si preparano e, nell'assaggio, il gusto si esalta.

Questa torta salata è tutto questo, non soltanto cibo ma percorso gastronomico. E' indescrivibilmente buona. Io l'ho "recuperata" da una vecchia rivista di cucina (A tavola) e l'ho servita con un semplice contorno di spinacini crudi in insalata con pere, scagliette di pecorino sardo e gomasio, il tutto condito con una salsa a base di olio extra vergine di oliva, miele, pepe ed una macchiolina di salsa di soia (la sola nota sapida). Per dolce ho servito la crema di lamponi del post precedente.

I miei ospiti a fine pasto erano entusiasti!
Per otto persone occorrono: 500 g di patate, 150 g di punte di asparagi, 70 g di pecorino sardo grattugiato ed altri 30 g a scaglie, circa 100 ml di pana fresca, 5 uova, 40 g di burro chiarificato, rosmarino, cannella e noce moscata in polvere, sale e pepe.

Iniziate sbucciando le patate e riducendole, tutte tranne una, a fiammifero (anche grattuggiandole). Tagliate la patata rimasta a fettine sottilissime e mettetele in attesa in acqua fredda. Dopo aver ben asciugato le patate grattugiate unite loro un rosso d'uovo (ma conservatene la chiara), 20 g di burro sciolto, sale, pepe e spezie. Amalgamate il tutto e ponetelo in una teglia rotonda dal fondo amovibile, del diametro di 17 cm. La teglia deve essere precedentemente imburrata e coperta di carta da forno; il composto di patate deve risultare bello alto su tutto il perimetro della teglia stessa. Cuocete ora in forno già caldo, a 180° per circa quindici minuti.

Nel frattempo lavate e lessate gli asparagi in acqua salata, quindi tagliateli a pezzetti, badando di lasciare le punte intatte e lunghe circa cinque cm.

Sciogliete il burro rimasto in un padellino, aggiungetevi il rosmarino, sale, pepe e fatevi rosolare le fettine di patate tenute da parte ben asciugate, dopo pochi minuti aggiungere anche gli asparagi e completare la cottura per altri tre minuti.

In una ciotola sbattete tre uova ed l'albume rimasto con la panna, il pecorino grattugiato, sale e pepe, quindi aggiungete il composto di patate ed asparagi, tenedone da parte le punte più belle ed il rosmarino per guarnire la torta.

Mescolate e riempiteci la base di rostì di patate già cotte. Decorate la superficie con le punte di asparago e finite di cuocere in forno per trenta minuti.

La torta va servita tiepida, posta su un bel piatto da portata, guarnita con il pecorino sardo in scaglie ed i rametti di rosmarino.

mercoledì 13 gennaio 2010

CREME AUX FRAMBOISES

...ovvero: "crema ai lamponi".

Metti una cena improvvisata (o quasi), due amici e il desiderio di raccontarsi. Metti una giornata di lavoro e il tempo che corre via come se avesse le ali, metti anche che vorresti fosse comunque tutto impeccabile, perchè vuoi loro bene e vorresti che il convivio lo sottolineasse... Aggiungi che da tempo ti passa e ripassa nella mente il ricordo di quel delizioso dolcetto che mangiasti in Francia, in una sera d'inverno più o meno di un secolo fa... Metti tutto insieme, unisci una torta di rostì di patate con asparagi e pecorino sardo (che posterò... ma tra un paio di giorni!), una bottiglia di vino datato, rosso, corposo, pieno e poi tira fuori dal tuo cappello di maga la ricetta: crème aux framboises. Pochi ingredienti e pochissimo lavoro per un dolce che, garantisco, lascia in estasi! Personalmente non immaginavo che i lamponi potessero essere tanto profumati ed avere un sapore così particolare, dolce, fruttato, delicato... Sono sorpresa io stessa.... Naturalmente il risultato è "rosa"!

Per quattro coppe occorrono: 350 g di lamponi freschi; 6 cucchiai di fruttosio; 250 ml di panna liquida (anche di soia); 1 albume; altri dodici lamponi per guarnire; foglie di menta per decorare.

Iniziate frullando i lamponi ben lavati e passandoli poi al setaccio fine facendo in modo di ricavare una purea abbastanza densa e priva di semini. Aggiungete quindi cinque cucchiai di fruttosio e mescolate. Montate poi la panna e tenetela da parte. Allo stesso modo, montate l'albume a neve ferma, insieme al rimanente cucchiaio di fruttosio. In una bulle capiente, riunite il tutto, mescolando con delicatezza dal basso verso l'alto affinché il composto si gonfi. Prendete per finire quattro coppette e riempitele di crema, decorate la superficie con i lamponi e le foglie di menta.

Ponete le coppe in frigorifero, devono rimanerci per circa sei ore. Servitele fredde e... leccatevi i baffi a fine degustazione!

...Metti che questa crema ti piaccia tanto, ma tanto....!!

domenica 10 gennaio 2010

CARCIOFI ALLA ROMANA CON PATATE

Contorno della domenica, ricco nel gusto, semplice, delizioso, appena un poco laborioso ma dal risultato stupefacente... Un contorno da regalarsi e da proporre agli ospiti, soprattutto a quelli più informali ma che amino i sapori genuini ed il ricordo della buona cucina casalinga di una volta, che abbiano nostalgia delle trattorie dei vicoli della Trastevere dei nonni e dei nostri genitori, di epoche vicine eppure tanto diverse... Sapori differenti, distanti dalle tante sperimentazioni culinarie moderne (che io amo comunque!) che riportano il palato a sensazioni primordiali, quelle in cui "i carciofi erano carciofi e le patate patate" e quelle in cui a Roma si mangiava "il pecorino sopra agli spaghetti"... Mio padre mangia ancora così, e guai a volergli far assaggiare "roba nuova", salse, intingoli, creme....
Un contorno che arriva direttamente dalla veccchia Roma e dagli insegnamenti ineguagliabili di uno dei miei Maestri chef....
Per quattro porzioni occorrono: 4 carciofi romaneschi (grandi e tondi); 2 patate; 2 acciughe; 1 spicchio di aglio tritato; del pane in cassetta privato dei bordi, tostato in forno e passato al setaccio sottile per ridurlo a pan grattato; 50 g di pecorino grattugiato; del vino bianco (circa mezzo bicchiere); acqua o brodo vegetale; sale; pepe bianco di mulinello; olio extra vergine di oliva e, se piace, della mentuccia fresca.

Si inizia pulendo bene i carciofi, privandoli delle foglie dure ed esterne ed eliminandone la barba interna (affinchè questa operazione riesca perfettamente potete usare lo scavino concavo che serve per dare alle patate la forma a pallina della grandezza di una piccola noce). Togliete pezzetti di gambo che dovete però tenere da parte.
Prima di proseguire con la farcia, occorre far aprire bene le foglie dei carciofi afferrandoli per i gambi (uno alla volta) e schiacciandoli un poco sul tavolo da lavoro, ruotandoli piano a destra e a sinistra. Completare poi l'operazione aprendo le foglie con le mani.
Procedere preparando un trito di acciughe, mentuccia, pane già tostato e setacciato, pecorino, aglio, sale e pepe. Condite abbondantemente i carciofi con la farcia così ottenuta, facendo attenzione ad inserirla bene in ogni foglia. Disporli quindi in una casseruola che li contenga a misura (non devono starci larghi), con i gambi rivolti all'insù e condire con olio.
A parte ridurre le patate già pelate a tocchetti e mescolarle con i gambi dei carciofi precedentemente tagliati e con la panatura di farci avanzata (io ho aggiunto anche delle erbe di Provenza che avevo in casa ma che non sono necessarie).
Inserire nella casseruola il misto di patate e gambi facendoli scivolare quà e là tra i carciofi.
Coprire con acqua e vino le rose dei carciofi (i gambi devono rimanere asciutti).
Affinchè la cottura sia perfetta, occorre coprire la casseruola con un disco di carta paglia o da forno, quindi con il suo setsso coperchio. Devono cuocere circa venti minuti.
A cottura ultimata, scoperchiare e lasciar ritirare l'intingolo a fiamma vivace per pochi minuti.
Servite questi carciofi in accompagnamento ad un arrosto lardellato con frutta secca oppure, per rispettare quella famosa tradizione della vecchia borgata romana, con dell'abbacchio alla scottadito.... (naturalmente se non siete vegetariani...!) io li ho proposti direttamente come piatto forte!

venerdì 8 gennaio 2010

TRIFLE DI FRUTTI ESOTICI E TAPIOCA


Una pioggia sottile ma vigorosa bagna la città, è una nota d'inverno, una pioggia fredda che ha la voce della stagione e grida per potersi distinguere. Pioggia cristallina che riga le vetrate oltre le quali si addormenta il giorno e che risalta il cielo, donandogli il movimento delle nuvole e le loro ombre... Un pomeriggio ideale per mettersi ai fornelli.

Apro gli sportelli dei miei pensili e cerco nella dispensa che rifornisco di tanto in tanto. Quando esco, quando passeggio, quando capita, acquisto prodotti che "un giorno userò" ma non sò mica quando. Quello è il loro posto.

Un dolce è quel che ci vuole per coccolarsi oggi, un dolce speciale, inusuale, non comune, un dolce che si ditingue per le sue note aromatizzate e per il sapore esotico (che fa tanto estate, per assurdo!).

Una trifle è un gioco di consistenze e di profumi, di colori persino e poi di sapori.

Per circa quattro porzioni ho usato: per la parte cremosa: 500 ml di latte di cocco; 250 ml di latte; 75 g di zucchero; 110 g di perle di tapioca. Per la parte di composta di frutta: mezzo ananas fresco; 1 mango; mezzo fico d'india; quattro cucchiaini di polpa di mela e mirtilli (melinda); 65 g di zucchero; 2 fogli di gelatina (o 1 cucchiaino di agr agar). Per il crumble: 50 g di farina integrale; 50 g di zucchero; 50 g di farina di mandorle; 60 g di burro morbido (anche di soia); un pizzico di sale.

Ho iniziato portando a bollore il latte di cocco ed il latte con lo zucchero, ho quindi aggiunto la tapioca che ho portato a cottura a fuoco lento e girando continuamente. Quando il tutto ha raggiunto una consistenza piuttosto cremosa (circa 15 minuti) ho spento la fiamma ed ho lasciatoto raffreddare.

Per il crumble ho versato in una bulle la farina integrale e la farina di mandorle con lo zucchero ed il burro. Ho quindi lavorato il tutto con le mani (ma senza impastare) ricavandone delle briciole (ottenute sgranando il composto tra le dita) che ho poi messo nel frigo per circa 15 minuti. Nel frattempo ho preriscaldato il forno a 180°. Ho posto le briciole un poco rassodate su una placca nel forno caldo e le ho lasciate cuocere fino a doratura (con l'avanzo dell'impasto ho formato delle palline che ho infornato ricavandone dei deliziosi biscotti, che, benchè non entrassero nulla con la ricetta originaria, sono stati apprezzatissimi!). Ho lasciato freddare.

Per la composta invece è necessario predisporre una accurata "mise en place" (ossia ordinare sul proprio tavolo di lavoro tutti gli ingradienti già tagliati e pesati, poichè la loro successione di inserimento in cottura è piuttosto rapida. Ho quindi ridotto in pezzetti sia l'ananas che il mango ed il fico d'india, ho pesato lo zucchero ed ho ammorbidito la gelatina in acqua fredda.
Ho proceduto scaldando in un pentolino capiente lo zucchero, girandolo bene per evitare che cristallizzasse, ho quindi aggiunto la sola ananas ed ho lasciato che cuocesse per cinque, sei minuti. Quando l'ananas è divenuta quasi trasparente ho aggiunto il mango e la polpa di mela e mirtilli (questo ingrediente potrebbe essere sostituito in realtà da un sorbetto ai frutti tropicali ma non avendone in casa non avuto scelta ed ho usato proprio la melinda, con ottimi risultati. In alternativa ad entrambi si può utilizzare della semplice mela grattugiata). Ho fatto cuocere più o meno per dieci minuti, mescolando molto frequentamente. Poco prima di spengere la fiamma, ho unito anche il fico d'india, ridotto in granessi piccolissimi, ed i fogli di gelatina strizzati. Ho lasciato raffreddare anche questo composto (che deve presentare una consistenza morbida e non asciutta).
In fine ho composto la trifle in bicchieri trasparenti e dalla forma regolare, attraverso i quali fosse possibile osservare le differenze cromatiche del dolce.
Sulla base ho versato la composta, quindi ho aggiunto uno strato di crema alla tapioca ed infine il crumble di briciole alle mandorle.
Ho lasciato riposare in frigo per un paio d'ore prima di servire ma non va, affinchè si esaltino i sapori delicati di questa trifle, consiglio di non gustarla troppo fredda.
Una pioggia sottile ma vigorosa bagna la città... ma io sono al calduccio, in casa, con l'odore dolce, biscottato, che si è diffuso ovunque e il cielo con le sue nuvole è davvero soltanto là fuori... da guardare!

sabato 2 gennaio 2010

MINI CAKE TOFU E TORRONE


Anno nuovo, dunque, calici riposti dopo il brindisi augurale, rimasugli delle leccornie e delle prelibatezze che hanno allietato l'attesa del fatidico conto alla rovescia, dei banchetti consumati in compagnia di amici, degli affetti più cari o, in alcuni casi, della propria sola, insostituibile persona... La casa che, tornata al silenzio, porta evidenti segni della festa che è stata, una candela dorata rimasta sul piano di cucina, un vassoio rosso, sfavillante, dimenticato in soggiorno e poi le lucine dell'albero che, instancabilmente, continuano ancora a brillare, nel loro gioco di intermittenze che scalda il cuore, soprattutto di notte, quando ti appresti a raggiungere l'abbraccio rassicurante di Morfeo, sotto alle tue coperte, e gli lasci scivolare addosso un ultimo sguardo... l'immagine che porterai con te nel torpore, evocativa, dolce.

Anno nuovo e nuovi slanci creativi, nuove aspettative (da se stessi, dal proprio discernimento, dalla propria capacità di essere incisivi e decisi e sicuri!)... nuovi propositi. La lungimiranza che è tipica del riflettere in un tempo speciale, nel quale tutto sembra inspiegabilmente possibile, soltanto perchè quell'aggettivo, "nuovo", rende romantica ogni idea, aprendo la mente ad infinite soluzioni... a piccole e a grandi cose!
Tempo di inventiva... anche culinaria!

E' bello quando un'idea prende corpo, organizzazione, aspetto estetico, risultato. E' bello essere lì con un ingrediente e le combinazioni possibili di nuove alchimie ti si cominciano a parare davanti agli occhi della mente. Per incanto, persino il senso del gusto ne rimane già appagato (qualche volta ingannandosi, ahimè!) e allora tutto ha inizio... una miscela, un'aggiunta, una pizzicata, un'essenza, un tocco... semplicemente... e l'idea diviene consistenza e sapore.

Questi cakes sono "nati" ieri!

Per realizzarne sei porzioni (in bicchierini piccini) ho utilizzato: per la base 50 g di burro di soia promavel; 50 g di torrone morbido alle nocciole; 50 g di biscotti vegan.

Per lo strato di farcia 100 g di tofu bianco; 35 g di torrone gianduia e nocciole; 20 g di uvetta sultanina ammollata in acqua; alcune gocce di aroma di vaniglia; 30 g di latte di soia; 5 g di fogli di gelatina; 20 g di zucchero a velo; un pizzico appena di noce moscata ed una spolverata di cannella.
Ho iniziato preparando la base. Ho frullato nel robot il torrone bianco con il burro ammorbidito ed i biscotti, quindi ho suddiviso il composto piuttosto morbido ottenuto nei sei bicchierini, premendolo bene sul fondo. Ho messo i bicchierini in frigorifero a riposare.

Nel frattempo ho preparato il secondo strato del cake frullando il tofu con il latte e la vaniglia fino ad ottenere una crema molto fluida. A parte ho frullato il torrone gianduia e nocciole, riducendolo in una sorta di granella che ho poi unito alla crema di tofu. Con la frusta a mano ho quindi amalgamato l'uvetta già ammollata, lo zucchero a velo, le spezie ed i fogli di gelatina (precedentemente ammorbiditi in acqua fredda e poi fatti sciogliere per un istante su fiamma bassissima insieme ad un piccolo goccio della stessa acqua).

A questo punto ho versato un paio di cucchiaiate del composto a base di tofu e torrone sulla bese già un poco rappresa ed ho nuovamente posto in frigo a rassodare.

Dopo circa tre ore, ho servito i mini cakes decorandone alcuni con granella di torrone bianco ed altri con granella di torrone gianduia.

La presenza delle spezie, l'amalgamarsi di sapori delicati e la differenza di consistenze hanno reso molto gradevole l'assaggio al palato mentre l'estetica è stata resa interessante dalle diverse cromature degli strati.

...Devo riconoscerlo, è stata una bella... anzi, buona (!) soddisfazione!